Esofago, stomaco e intestino, ma anche fegato, cistifellea e pancreas sono alcuni degli organi più importanti che compongono l’apparato gastrointestinale.
Parliamo di un sistema indispensabile per la digestione degli alimenti, l’assorbimento dei nutrienti in essi contenuti e l’eliminazione dei rifiuti dal corpo. Un insieme di organi, quindi, decisamente molto importante.
Per questo motivo vogliamo conoscere quali sono i disturbi gastrointestinali più comuni e come affrontarli così da ottenere sollievo e cura a una serie di condizioni molto diffuse e con conseguenze importanti sulla qualità della vita.
Disturbi gastrointestinali organici e funzionali
I disturbi a carico dell’apparato gastrointestinale sono vari e molto articolati, possono interessare uno o più organi e si possono distinguere in:
- disturbi organici → nei quali c’è una lesione della struttura anatomica di un organo
- disturbi funzionali → non c’è un’anomalia anatomica né fisiologica.
A incidere in maniera diretta sulla salute gastrointestinale troviamo anche l’azione dei neuroni e del sistema nervoso centrale.
C’è, infatti, un coinvolgimento diretto del cervello tanto che stati emotivi negativi e condizioni di stress possono provocare una disfunzione dell’apparato gastrointestinale.
Quando parliamo delle cause di questi disturbi, quindi, ricordiamoci come molto può dipendere anche dalle tensioni quotidiane, dallo stile di vita disordinato, da un’alimentazione scorretta e dall’assenza di un adeguato riposo. Tutte realtà, spesso, sottovalutate o del tutto ignorate.
I 5 disturbi gastrointestinali più comuni
Occupiamoci dunque di salute gastrointestinale, andando a parlare dei disturbi più comuni che possono interessare questo apparato, che sono:
- Gastrite;
- Reflusso gastroesofageo;
- Sindrome dell'intestino irritabile (IBS);
- Stitichezza;
- Diarrea.
Facciamo chiarezza su questi disturbi individuandone cause, sintomi, rimedi e possibili forme di prevenzione.
Gastrite
La gastrite è l’infiammazione della mucosa interna dello stomaco.
È una condizione che dopo una fase acuta può diventare cronica e può essere la conseguenza di un’infezione, dell’abuso di alcol, del prolungato utilizzo di farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS) e di eventi stressanti (malattie, incidenti, interventi chirurgici, ferite, eccetera).
Puoi sospettare una gastrite quando lamenti:
- Dolore e crampi allo stomaco;
- Nausea;
- Vomito;
- Bruciore di stomaco;
- Sensazione di pienezza dopo che hai mangiato.
La cura è orientata alla riduzione del livello di acidità nello stomaco e si basa su alcuni farmaci che alleviano i sintomi.
Può essere utile anche mangiare più frequentemente ma riducendo la quantità, evitare cibi piccanti, fritti e speziati e ridurre il più possibile lo stress.
Reflusso gastroesofageo
Sai che circa un terzo degli italiani soffre di reflusso gastroesofageo?
È la condizione nella quale il contenuto dello stomaco risale nell’esofago (il passaggio nel quale il cibo va dalla bocca allo stomaco).
Se hai bruciore di stomaco e rigurgito acido, ma anche alito cattivo, frequenti eruttazioni, flatulenza, gonfiore addominale, ricorrente mal di gola, tosse persistente e difficoltà a ingoiare probabilmente soffri di reflusso gastroesofageo.
La causa di questa malattia è legata all’indebolimento della valvola che si trova all’estremità dell’esofago.
Si può indebolire per il consumo di alimenti molti grassi, sovrappeso, fumo, consumo di alcolici e caffè o per un’ernia iatale.
Anche la gravidanza può portare a una conseguenza di questo tipo.
Anche in questo caso la cura e la prevenzione passano dal consumare pasti ridotti ma più frequenti evitando cibi grassi che potrebbero aggravare i sintomi.
Altri consigli riguardano lo stress, l’attenzione al peso, smettere di fumare ed evitare di indossare abiti e cinture eccessivamente stretti.
Sindrome dell'intestino irritabile (IBS)
Ricorrenti fastidi o dolori addominali associati ad alterazioni della motilità intestinale, meteorismo, gonfiore addominale e mal di pancia sono i principali sintomi della sindrome dell’intestino irritabile.
È un disturbo che può portare anche a nausea, debolezza, incontinenza fecale e problemi nella minzione.
Soffrono di questa malattia alcune delle persone che vivono disturbi d’ansia, stati depressivi, forte stress e disturbi del sonno, essendo il disagio psicologico uno degli elementi comuni di questa sindrome.
Il trattamento passa dalla terapia farmacologica e, soprattutto, dalla dieta ricca di fibre e povera degli alimenti responsabili di gas intestinale.
Stitichezza
Si parla di stipsi quando si ha difficoltà a espellere le feci o lo si fa meno di 3 volte alla settimana.
L’incapacità di svuotare l’intestino è comune negli adulti e nei bambini e può portare le feci a essere secche e dure rendendo l’evacuazione dolorosa e difficile.
La stitichezza può essere un disturbo non associato a una causa vera e propria, essere il sintomo di una malattia o essere la conseguenza di condizioni (come il prolasso rettale o la presenza di tumori), che ostruiscono il passaggio e la fuoriuscita delle feci.
Le difficoltà a evacuare possono essere legate anche a una dieta povera di fibre, una scarsa idratazione, l’eccessiva assunzione di alcolici e caffè, uno stile di vita sedentario, l’ansia, la depressione e il non assecondare lo stimolo ad andare in bagno.
La cura è, innanzitutto, legata al contrasto delle cause (bere meno caffè, assumere più fibre, bere di più, eccetera), ma esistono anche alcune soluzioni naturali che possono facilitare la motilità intestinale.
Diarrea
Per certi versi all’opposto della stitichezza c’è la diarrea, ovvero la frequente espulsione di feci, ma in questo caso acquose o liquide.
Può essere un disturbo transitorio legato a un’infezione (come la gastroenterite) e, solitamente, si risolve in un paio di giorni, ma può dipendere anche dall’eccessivo consumo di alcol, dall’ansia, da un’intolleranza (o allergia) alimentare o essere l’effetto collaterale di alcuni farmaci (come gli antibiotici).
Tra le principali malattie responsabili di diarrea c’è la sindrome dell’intestino irritabile, le malattie infiammatorie intestinali, la pancreatite e il cancro dell’intestino.
Solitamente, non è necessario intraprendere una cura contro la diarrea prestando attenzione a bere molti liquidi per evitare la disidratazione.
Quando consultare un professionista
Il ricorso al Medico di base o al Farmacista è sempre indicato prima dell’assunzione di qualsiasi farmaco o medicinale e in presenza dei sintomi tipici dei disturbi gastrointestinali.
Come abbiamo visto le cause possono essere diverse e il sollievo dei sintomi non deve portare a sottovalutare la causa sottostante.
Soprattutto, per tutte quelle condizioni legate allo stress e all’ansia è importante non associare la riduzione dei sintomi all’assunzione di un farmaco o di un medicinale, ma di intervenire sul problema di fondo.
Inoltre, il consiglio è di rivolgersi a uno specialista Gastroenterologo in presenza di perdita di peso, sangue nelle feci, dolori addominali e sintomi persistenti anche dopo l’assunzione di farmaci e medicinali che dovrebbero risolvere o alleviare l’intensità.
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